L'ultima volta di Nadal a Barcellona: "È una pagina che si chiude. Fa male, ma è la vita"

Le parole del maiorchino dopo la sconfitta subita contro de Minaur al secondo turno del torneo di Barcellona

Foto Ray Giubilo

Il 12 volte campione di Barcellona ha salutato il "suo" torneo. Rafael Nadal è uscito di scena al secondo turno del Barcelona Open Banc Sabadell, con la sconfitta subita per 7-5 6-1 contro Alex de Minaur. Un'eliminazione dolorosa che sa di addio, come testimonia anche il saluto finale al pubblico: "A volte è difficile giocare sapendo che non si potrà lottare tutta la partita - le parole di Rafa in conferenza stampa -. Magari fra qualche settimana non sarà così. Oggi non era il momento di atti di eroismo. Una volta che ho perso il primo set di fatto la partita si è chiusa. Era importante per me poter giocare. Semplicemente poter giocare su questo campo che amo tanto. Sono riuscito a farlo, senza prendere troppi rischi. È un po' contrario a come ho sempre inteso lo sport, cioè dare tutto. Già che sono riuscito a giocare, è tanto. In compenso mi sono dato un’opportunità di progredire e spero di arrivare a Madrid in condizioni migliori".

Sulle emozioni di tornare in campo proprio a Barcellona: "Per me è stato importantissimo giocare qua. È uno dei tornei con più storia ed è uno dei pochi che si gioca in un club. Un posto che vive anche quando il torneo finisce. Alla fine questo è lo sport, lascio il testimone alle nuove generazioni. Credo di aver avuto la fortuna di aver scritto belle pagine nella storia del torneo con la coscienza di aver dato sempre il massimo. Adesso questa è una pagina che si chiude, ma è la vita, mi fa male ma è normale. Comunque per me è già bellissimo aver potuto giocare".

Sensazioni in vista di Madrid: "Difficile da rispondere, devo cercare di capire quello che posso fare. Il modo in cui giocherò a Madrid sarà in funzione di come mi sentirò. Se riuscirò ad allenarmi con tennisti di livello e il corpo si abitua a questo genere di competizione, allora a Madrid ci proverò. Qua sono arrivato giocando veramente solo qualche set nell’arco di 4 mesi. Se il mio corpo è in grado di assumere il carico in maniera progressiva allora cercherò di chiedere di più. La cosa logica sarebbe cercare di progredire, per poter arrivare a lottare. A Madrid un po’ di più, a Roma un po’ di più e a Parigi che succeda quello che deve succedere".

© RIPRODUZIONE RISERVATA