Djokovic torna a sorridere. 175 giorni dopo.

A sei mesi dall'ultimo titolo, Novak Djokovic mette fine a uno dei digiuni più lunghi di tutta la sua carriera, conquistando l'ATP 250 di Eastbourne. È il suo primo titolo sull’erba non a Wimbledon. In finale non ha nessun problema contro Gael Monfils: la spunta 6-3 6-4 e poi conferma che a dargli una mano ai Championships ci sarà anche Mario Ancic.
In tutta la carriera, a Novak Djokovic era capitato molto raramente di dover attendere la bellezza di 175 giorni fra un titolo e il successivo. Per fortuna, la scelta di chiedere all’ultimo una wild card per l’ATP 250 di Eastbourne l’ha aiutato a rompere la maledizione del 2017, e a riassaporare una sensazione che gli mancava dalla prima settimana dell’anno, quando si impose a Doha. Si pensò che quel titolo servisse a chiudere i conti con la brutta seconda parte di 2016 e a restituire al Tour il vero Djokovic, invece il peggio doveva ancora arrivare. E magari, chissà, non è arrivato nemmeno oggi. Ma nel frattempo c’è di nuovo un titolo, che non serve per la classifica ATP in cui è scivolato al numero 4, e nemmeno per il portafoglio visto che gli frutta una somma – 113.330 euro – decisamente inferiore a quelle a cui è abituato, ma è utilissimo per il morale e per mettere qualche partita nelle gambe in vista di Wimbledon. Sono questi i motivi che hanno spinto il serbo a giocare un torneo alla vigilia di uno Slam per la terza volta in carriera: una decisione azzardata ma che potrebbe anche rivelarsi vincente. Per ora lo è stata all’Aegon International, in una finale chiusa per 6-3 6-4 contro Gael Monfils, l’altra wild card di lusso arrivata all’ultimo a impreziosire un tabellone altrimenti privo di top-20. Anche il francese ha fatto il suo dovere fino in fondo, ma la sua relazione con le finali continua a essere molto molto complicata. In carriera ne ha giocate ventisei e vinte appena sei, anche se non era certo quella odierna una di quelle da vincere per forza, specie contro un avversario che a livello ATP l’aveva battuto tredici volte su tredici. E oggi ha fatto quattordici, abbracciando il 68esimo titolo nel Tour. Uno dei meno importanti in termini di valore assoluto, ma prezioso in questo particolare periodo della carriera dell’ex numero uno del mondo.
A WIMBLEDON CON (ANCHE) ANCIC
“Nole” ha chiuso il torneo senza cedere un set, scappando subito via nel primo set e dominandolo senza problemi, mentre nel secondo l’attenzione è un po’ calata e Monfils ha avuto qualche chance di farsi pericoloso. Djokovic gli ha offerto due palle-break nel game d’apertura e un’altra nel quinto, ma una volta scampato il pericolo è tornato a giocare come nel primo set, e quando ha deciso che era il momento di chiudere l’ha fatto senza trovare particolare resistenza. “È stata un’ottima settimana – ha detto il trentenne di Belgrado – e se guardo indietro direi che la decisione di venire qui è stata positiva. Ho passato una buona quantità di tempo in campo, ho giocato del buon tennis, e il pubblico mi ha accolto alla grande. Vincere dei tornei sull’erba è sempre speciale, perché si gioca su questi campi solamente quattro settimane all’anno. È la miglior preparazione possibile per Wimbledon”. Quello conquistato all’Aegon International si tratta del quarto titolo di Djokovic sull’erba, il primo (!) non ai Championships, dove ha trionfato nel 2011, nel 2014 e nel 2015. Ci riproverà da martedì, con l’obiettivo di diventare il primo tennista dal 1998 capace di conquistare consecutivamente un titolo ATP e poi uno Slam (ci riuscì Pat Rafter, con la doppietta Long Island-Us Open), e soprattutto con un nuovo personaggio seduto nel suo angolo. Oltre al guru Pepe Imaz e Andre Agassi, a dargli una mano ai Championships ci sarà anche Mario Ancic, il croato ex numero 7 del mondo che a Wimbledon vanta una semifinale (2004) e una vittoria contro Federer (2002), ma il tennis l’ha abbandonato da anni a causa degli infortuni, per dedicarsi al mondo della finanza a Wall Street. Scelta curiosa, ma che conferma come per Djokovic sia fondamentale il rapporto umano, ancor prima che professionale. “Siamo grandi amici – ha spiegato – e siamo sempre rimasti in contatto. Spero che insieme a lui e Agassi riuscirò a giocare un gran torneo”. Di certo, meglio di così non ci poteva arrivare.

ATP 250 EASTBOURNE – Finale
Novak Djokovic (SRB) b. Gael Monfils (FRA) 6-3 6-4
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