21 February 2013

Wilson Pro Staff 95

Sempre molto calda nei punti vendita specializzati la versione allargata e alleggerita del telaio maneggiato da Roger Federer. Abbiamo messo le due armi a confronto. Identiche nelle sembianze e simili nel profilo, sottilissimo. La ‘95’ è risultata più accessibile e completa. Attenzione però, bisogna sempre saperci fare. Costa 229 euro

Wilson pro staff 95

di Mauro Simoncini - foto Francesco Panunzio

Quando si è parenti stretti di una celebrità, i riflettori e le attenzioni sono inevitabili. Il nuovo modello Pro Staff Six.One 90, il telaio di nientepopodimeno che Roger Federer, si fa accompagnare quest’anno da una neonata Pro Staff Six.One 95. In sostanza, il tentativo di Wilson è quello di “umanizzare” l’attuale racchetta del Maestro dei Maestri, già in passato tra le mani di indimenticabili campioni quali Edberg, Courier e Sampras.

Le novità 2012 della linea Pro Staff Six.One Blx, oltre a una bella “pittata” di bianco, si nascondono nel grip con il sistema Amplifeel Tech, costituito da lamine di grafite e basalto, una schiuma adattabile al tipo di giocatore e un butt cap (tacco) più morbido. Obiettivo: maggiore stabilità del grip con conseguente miglioramento della sensibilità di gioco.

IN LABORATORIO

All’esame del nostro Diagnostic la racchetta del campionissimo svizzero pesa la bellezza di 356 grammi (considerando l’incordatura di calibro 1,30 mm), mentre la Pro Staff Six.One 95 si “ferma” a 331 (313 senza corde). Ovali differenti, come già detto (uno da 90, l’altro da 95), ma pattern identico con 16 corde verticali e 19 orizzontali. Il profilo squadrato differisce in un solo millimetro: 17 per la costa della “Federer”, 18 per l’altra, entrambi pressoché costanti. Anche il bilanciamento è molto simile: spostato in avanti di circa mezzo centimetro quello della 95 (32 cm a corde montate). La rigidità fa segnare 63 punti contro i 60 della più elastica Six.One 95.

Differenze più sensibili nei dati relativi all’inerzia: 332 punti per la più severa, “solo” 309 per la sorella “allargata”. Il sunto descrive attrezzi identici o quasi nell’aspetto e simili anche nella sostanza, anche se il rapporto potenzacontrollo - forse a sorpresa - è più equilibrato nel “racchettino” di RF (47-52), mentre è decisamente più favorevole al controllo (39-62) nella 95. Che risulta, come previbile, sensibilmente più maneggevole (81 punti contro 65).

IN CAMPO

Estetica sicuramente d’impatto e classe. Si torna al bianco dominante, ancora più prevalente nella nuova 95, dove anche il grip sintetico è bianco; il cuoio, di qualità sempre sopraffina, spezza invece il dominio cromatico nella 90. Il tacco con la W nera è a fondo dorato.

Il profilo è stato in qualche modo “ripulito”: poche scritte, sobrietà ed eleganza prima di tutto. Come si esige - giustamente, aggiungiamo noi - dal telaio del Primo della Classe, almeno in quanto a talento e stile. Solo la metà superiore del fusto si tinge di rosso e nero, e dell’oro del basalto.

Impugnando la Six.One 90, da subito si avverte una maneggevolezza “ostica”, quasi un dazio da pagare se si vuole testare l’arma di un Campione. Più comoda e agevole la 95.

Nei primissimi colpi da fermi, l’inerzia della Federer è davvero notevole: quando si indovina l’alchimia dell’esecuzione corretta, il feeling all’impatto è assoluto e la pallina pare telecomandata. Certo ci vogliono tecnica e - meglio - prese quasi classiche, che non invoglino a rotazioni o “toppate” troppo moderne. Insomma, piatto e soprattutto backspin sono piacevolissimi.

Ma con la Six.One 95 si apre un ventaglio di soluzioni più ampio: lo sweetspot aumenta e la maneggevolezza migliora, consentendo sbracciate con impugnature più girate (eastern e western). Il top non è più un miraggio: si possono far girare testa della racchetta e pallina; la rigidità, quasi bassa per la categoria, aggiunge inoltre pastosità all’impatto.

Anche a rete le differenze, non così evidenti, si ripetono: a esserci sempre, con i piedi e con il braccio, l’arma letale da 90 pollici quadrati è un poco più incisiva e penetrante, grazie a stabilità e rigidità, ma la Six.One 95 è più generosa con chi la impugna e resta comunque efficace.

Sopra la testa, la neoarrivata supera la 90, approfittando della migliore maneggevolezza: la palla esce che è un piacere, potente e precisa.

Al servizio la veterana è più incisiva, ma per una seconda arrotata o uno slice maligno è da preferire la giovane.

Insomma, il vestito è quello dell’arma del Campionissimo ma la struttura è più accessibile e le sfumature sono meno spigolose. Non bisogna però pensare di approcciarsi a un attrezzo facile: anche la Six.One 95 va presa con le molle, quasi trattata con riverenza. Si tratta pur sempre di una “signora” Pro Staff. Tanto che se non fosse per il peso, verrebbe quasi da dire: “Caro Roger, provaci anche tu”.

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