"Neppure il miglior narratore riuscirebbe a trasmettere più di un decimo della magia del Foro Italico". Vincenzo Santopadre riassume così l'essenza degli Internazionali d'Italia di Roma, teatro di alcune delle sue vittorie più importanti della carriera. "Per un italiano, o a maggior ragione per un romano, giocare su quei campi è come vedere realizzare un sogno che si ha da bambini. Da spettatore, la settimana del Foro era speciale. Ci andavo ogni anno con i miei genitori, a volte saltavo la scuola il giorno dopo perché mi trattenevo sino a tarda sera. Ricordo nitidamente la finale tra Noah e Mecir, ero molto vicino al campo e in estasi per il loro tennis".
I sogni di Santopadre prendono sempre più forma col passare degli anni grazie alle esperienze da sparring. "Ricordo Navratilova, Seles ma soprattutto Rafter: un anno arrivò a Roma con largo anticipo, ci allenammo per una settimana. Ho giocato poi in parecchie occasioni le qualificazioni, a quei tempi bisognava firmare e sperare di essere dentro. Preferivo però perdere una settimana in cui sarei potuto entrare in un altro che torneo che saltare Roma". Per Vincenzo quel periodo della stagione assumeva contorni decisamente diversi rispetto a ogni altro evento. "Nell'armadietto avevo sempre dieci racchette, sino all'ultimo ero lì a scegliere in modo maniacale quale fosse la migliore come tensione delle corde. Giocavo il match nella mia testa dall'uscita del tabellone, visualizzavo il campo e l'avversario. Avevo sempre una tensione positiva addosso e ho sempre giocato al 300% delle mie possibilità".
L'esordio nel main draw per Vincenzo arriva nel 1996 contro Berasategui, ex finalista del Roland Garros. "Partii fortissimo, spingendo su ogni palla per evitare di entrare nello scambio, c'era una bella adrenalina. Purtroppo lui riuscì a prendere le contromisure e, dopo un primo set lottato, fui sconfitto per 7-6 6-2". Il meglio, tuttavia, doveva ancora arrivare. Nel 1998 sorprese il numero 10 al mondo Karol Kucera per 6-4 6-3. Con il tifo impazzito sugli spalti e sotto gli occhi della futura moglie Caroline Boniek (figlia di Zibi, ex calciatore di Juve e Roma) Santopadre superò per la prima volta il primo ostacolo al Foro. "Mi ero sbarbato qualche giorno prima e per scherzo dissi in conferenza stampa che sarei rimasto così per sempre - confessa a proposito di un fioretto mai rispettato - Al secondo turno giocai contro Tommy Haas. Nonostante la giovane età se ne parlava già molto bene, aveva un tennis potente ma anche di sensibilità. Non mi lasciò scampo, persi per 6-2 6-1: fu l'unica volta in cui mi sentii in totale balia dell'avversario agli Internazionali".