Nei primi mesi del 1994, Renzo Furlan superò la barriera della top 50 con gli exploit di San Jose e Casablanca. Fondamentale in particolar modo la vittoria negli States, come il diretto interessato ha svelato ai microfoni de Il Tennis Italiano: “Nel 92 avevo chiuso poco fuori dai primi cinquanta, nel 93 ero intorno alla settantesima posizione, quindi avevo iniziato a pensare che ormai fosse quello il mio livello. La vittoria di San Jose mi ha fatto fare un passo avanti e ho capito di poter giocare ad un livello più alto tant'è che a fine stagione entrai nei primi quaranta”. Con Renzo abbiamo dunque provato a scavare nei ricordi della settimana che gli valse il primo titolo nel circuito maggiore dopo tre finali perse. “A San Jose il titolo è arrivato di colpo. Ero un outsider, avevo fatto progressi sul veloce, ma fondamentalmente restavo un terraiolo - inizia il racconto - Quella settimana viaggiavo solo con Riccardo Piatti e come spesso accade ho preso confidenza strada facendo. Al secondo turno ho battuto un avversario tosto come Jaime Oncins, ai quarti di finale lotta pazzesca con Jeff Tarango e vinco 7-5 al terzo dopo averci sempre perso. In semifinale vinco con un doppio 6-4 su Richey Reneberg seconda testa di serie del torneo e approdo alla finale contro Chang”.
Nelle due stagioni precedenti Furlan aveva perso le tre finali disputate a Bologna, Firenze e San Marino: “Nelle finali giocate prima di quella a San Jose ero sempre entrato in campo pensando di aver chance di vincere. Con Muster sapevo di non entrare sconfitto avendoci sempre lottato e nella prima giocata contro Oncins ci credevo ancora di più perché come accoppiamento per una finale era ottimo - spiega Renzo - Contro Chang invece non dico fossi convinto della sconfitta, ma sapevo sarebbe stato molto difficile. La mia testa pensava unicamente a giocare il miglior tennis possibile e forse è proprio questo approccio che ha fatto la differenza. Ho capito che non si potevano giocare le finali con l’unica aspettativa di vincere e acquisire questa consapevolezza mi ha poi aiutato anche nel trionfo a Casablanca”. La finale di San Jose come ben noto si è poi conclusa con il punteggio di 3-6 6-3 7-5 per l’azzurro: “Ricordo di aver acquisito coscienza nel corso del match capendo di essere più competitivo di quanto mi aspettassi. Dopo aver perso il primo, ho fatto un grande secondo set e lì ho capito di avere una chance nonostante lui fosse più forte di me e già allora era un top 10”.