A Los Angeles 1984, nell’edizione boicottata dai russi e da altri Paesi dell’enclave sovietica, Steffi Graf e Stefan Edberg vinsero le due prove di singolare ma non ricevettero alcuna medaglia ufficiale. Il tennis era infatti ritornato ma dalla porta di servizio, come sport dimostrativo, un’assurdità e un insulto verso la popolarità e l’universalità del tennis nel mondo. Una decisione, presa dai dirigenti dilettanti del CIO in una riunione tenuta a Baden-Baden, in Germania, nel 1981, che i dirigenti (professionisti) del tennis non avrebbero mai dovuto accettare. Si possono comprendere i vantaggi, anche economici, che l’essere “sport olimpico” ha portato alla maggior parte delle Federazioni, inclusa la nostra, tuttavia non c’è dubbio che nonostante Nadal e Murray, Federer e Djokovic in tabellone, il tennis finisce sempre per essere considerato, nel quadro olimpico, uno sport minore.
L’apertura agli atleti professionisti, di tutti gli sport, ha naturalmente incentivato la partecipazione anche dei migliori tennisti, ma vorrei sapere se c’è un giocatore al mondo che baratterebbe un titolo dello Slam con una medaglia d’oro olimpica. Non è una questione di soldi (non c’è monte premi ai Giochi), è proprio il prestigio che manca. Non entri nella storia se vinci un oro olimpico, a meno che non ti chiami Marc Rosset o Monica Puig. Ma è questo il destino di alcuni sport “maggiori”, compreso il calcio, che improvvisamente, per 15 giorni ogni 4 anni, diventano “minori”. Una rivincita che si tengono stretta atletica leggera, nuoto e ginnastica artistica, in assoluto gli sport più seguiti ai Giochi. Forse perché dura poco, ma la finale dei 100 metri maschili di atletica è, in assoluto, la gara sportiva col più alto indice di ascolto televisivo al mondo. Del resto è facile da capire e crea un’innata curiosità vedere chi è l’uomo più veloce del pianeta. A sua volta, se Nadia Comaneci avesse preso 10 (il primo nella storia) in una gara qualsiasi, non sarebbe diventata celebre nel mondo e il mito sportivo che ancora è.
Forse è una concessione che tennis e calcio possono tranquillamente fare, per riequilibrare i livelli di popolarità di alcune discipline. Se non ci fossero le Olimpiadi, quanti giovani si avvicinerebbero all’atletica? Il calcio, con le sue ripugnanti regole sui fuoriquota, non c’entra veramente nulla con le Olimpiadi. Il CIO lo vuole perché vende molti biglietti, e allora partecipa. Il tennis? Sta un po’ più su, anche se rimane un dubbio: che molti tennisti, anche fra i più forti, sono contenti di andare alle Olimpiadi perché hanno piacere di partecipare alla sfilata di apertura. Un’emozione unica per tutti. Anche per loro.