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Decreto Rilancio: proroga dei 600 euro per i collaboratori (1000 a maggio), sgravi fiscali ma niente aiuti per le sponsorizzazioni

Il tanto atteso decreto governativo a favore della ripartenza economica dell’Italia contiene anche provvedimenti a favore dello sport. Crediti di imposta per società e imprese ma non per chi sostiene come sponsor l’attività sportiva, per i collaboratori sportivi si arriva a 1800 euro di contributo per tre mesi. Ma i tennisti non sono professionisti quindi non hanno diritto alla cassa integrazione

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E’ attesa per oggi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Rilancio, tanto atteso (e dibattuto) provvedimento governativo che sovraintende dal punto di vista economico alla cosiddetta Fase 2 e che contiene anche misure di supporto allo sport, e quindi al tennis. Da lunedì 18 maggio, intanto, sarà consentito svolgere attività sportiva individuale all’aperto e solo uno contro uno (vietati i doppi) all’interno di circoli e impianti «nel rispetto delle misure di sanificazione e distanziamento fisico fra gli atleti, nonché tra atleti, addetti e istruttori, con l’esclusione di utilizzo degli spogliatoi, piscini, palestre, luoghi di socializzazione», che comprendono ovviamente bar e anche saune e bagni turchi. Per la riapertura delle palestre e delle piscine bisognerà attendere fino al 25 maggio.

Una norma importante è quella che riguarda la proroga per i mesi di aprile del contributo mensile di 600 euro, già previsto dal decreto Salva Italia del 17 marzo, a favore dei collaboratori sportivi. Il contributo potrebbe diventare di 1000 euro per il mese di maggio per una tipologia di collaboratori («liberi professionisti titolari di partita Iva, non in pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito una riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Viene riconosciuta anche ai Co.Co.Co che hanno cessato il rapporto di lavoro all’entrata in vigore del decreto»). Non ci sarà bisogno di produrre nuova documentazione, ma bisogna sperare che i fondi vengano trasferiti con sollecitudine dal governo a Sport e Salute che dovrà poi erogarli.

Nel decreto è prevista anche la Cassa integrazione per gli atleti, che però per quanto riguarda lo sport in Italia non riguarda il tennis (no, né Fognini né Berrettini lo sono per lo statuto della Fit), ma solo calcio di serie A, B e Lega Pro, basket di serie A1 e A2, golf e ciclismo. La cassa integrazione in deroga per gli atleti pro sarebbe comunque limitata a chi guadagna meno di 50 mila euro all’anno.

Importante per le società è invece la proroga delle scadenze contributive e fiscali, e l’esenzione del versamento del saldo Irap per il 2019 e della prima rata (cioè il 40 per cento) dell’acconto per il 2020. Norma valida per le imprese con un volume di guadagni inferiore a 250 milioni.

Le società sportive potranno poi versare i canoni di locazione di palazzetti e stadi per il periodo in cui non sono stati utilizzati entro il 31 luglio, con possibilità di rateizzazione e revisione della concessione. Previsto anche un contributo a fondo perduto per le piccole imprese fino a 5 milioni di fatturato (proporzionale alle perdite del mese di aprile rispetto allo stesso mese del 2019). Per saperne di più vi rimandiamo alle pagine del Credito Sportivo. Estensione alle società sportive anche del credito di imposta sugli affitti (pari al 60 per cento del canone) per gli immobili a uso non abitativo versato a marzo, aprile e maggio 2020 qualora la perdita rispetto all’anno precedente sia stata almeno del 50 per cento, e del credito di imposta sulle spese di sanificazione degli ambienti (60 per cento fino a 60 mila euro di spesa). Mancherà, per ora, un altro credito di imposta, quello sulle cosiddette sponsorizzazioni 4.0, a favore delle aziende che sostengono lo sport e che sarebbe fondamentale per la sopravvivenza di tante realtà sportive di piccolo livello legate proprio alle sponsorizzazioni.

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